Malgrado l’incertezza del mondo, è possibile vivere umanamente da qualche parte.
Le azioni artistiche e culturali ci spingono a riconsiderare l’interculturalità, non come una giustapposizione di diverse identità, ma come un mezzo per incontrare l’universale che risiede in ciascuno. L’educazione artistica al servizio del sociale, appare in questo modo come un mezzo privilegiato di accesso a nuove competenze e alla consapevolezza.
Tra gli strumenti di azione artistica, la pratica può rappresentare a volte il “poter agire” ed il “poter dire”, permettendo di scoprire diverse modalità di raccontarsi.
I progetti artistici creano un legamee dei nuovi modi di vivere insieme, esplorando la ricchezza, le differenzee la creativitàdi ciascuno.
Costituiscono un canale di espressione, in contatto con il mondo che ci circonda: trovare altri mezzi per esprimersi quando le parole vengono meno, attribuendo il verbo all’energia delle immagini, delle voci e dei corpi.
L’esperienza dell’artista-mediatore si avventura in processi di scambio talvolta complessi, egli provvede a mantenere una certa distanza nei confronti dei partecipanti, all’interno di situazioni in cui le emozioni vengono molto sollecitate.
In Pelle nera, maschere bianche, Frantz Fanon scrive: “Non si tratta più di conoscere il mondo, bensì di trasformarlo”.
L’espressione artistica permette di sviluppare uno sguardo diverso sul mondo, di trasformare, per il tempo di una rappresentazione, la storia di ciascuno. Ci parla della temporalità del momento, dell’immediatezza, di spazi reali ed immaginari che si incontrano.